Τρίτη 24 Ιανουαρίου 2012

Το κορίτσι και το ορυχείο ή το "La ragazza e la miniera" του Francesco_De_Gregori


Μαμά ποιος ξέρει εάν άξιζε τον κόπο να κάνω τόσο δρόμο για να φθάσω εδώ».
Θυμήθηκα τον στοίχο του αγαπημένου μου τραγουδιστή, του ιταλού Φραντσέσκο ντε Γκρεγόρι, αυτού τον υπέροχου ποιητή και τροβαδούρου. Τον θυμήθηκα όταν άκουσα την αξιότιμη κυρία πολιτικό να λέει ότι γεννήθηκε σε ορυχείο. Άρχισα τότε να τραγουδώ ψιθυριστά το τραγούδι του ανθρακωρύχου του ντε Γκρεγόρι.

«Ο κόσμος μαμά παραμένει ίδιος, δεν αλλάζει σκηνικά, είναι τα ίδια που άφησα πίσω μου παλιά. Οι άνθρωποι διψούν για λεφτά, πεινάνε για έρωτα και τρέχουν με εκατό την ώρα. Τα παιδιά τους δεν νοιάζονται για τίποτα και η εφηβεία γρήγορα τα καταβροχθίζει. Και αν μπορούσα να πάω πίσω, θα πήγαινα, αυτό που έκανα δεν θα το έκανα ξανά. Εδώ τώρα υπάρχει ένα κορίτσι που ζει είκοσι χρόνια στο ορυχείο, κοιμάμαι μαζί της τις νύχτες, μοιράζομαι μαζί της τις νύχτες, ίσως μια μέρα εκείνη θα με παντρευτεί μαμά. Τώρα υπάρχει αυτό το ορυχείο και μας δίνουν χίλια φράγκα την ώρα για να κατέβουμε κάτω στα έγκατα. Όταν βγαίνουμε έξω σκοντάφτουμε στα αστέρια, γιατί τα αστέρια δεν τα βλέπουμε πια. Αλλά ευτυχώς υπάρχει πάντα κάποιος που τραγουδάει και μας κάνει να ξεχάσουμε την θλίψη. Αν όχι αυτή η ζωή θα ήταν μια χαμένη βάρκα στη μέση της θάλασσας, όπου δεν θα υπήρχε σύνορο ανάμεσα στο κορίτσι και το ...
ορυχείο. Η ζωή θα ήταν μόνο δουλειά και μεροκάματο και η καρδιά μας ένας θάμνος με αγκάθια»

Εδώ ο μύθος του ντε Γκρεγόρι τελειώνει και αρχίζει ο δικός μας.
Το κορίτσι του ορυχείου ίσως να παντρεύτηκε τον ανθρακωρύχο και να έζησαν  μια ευτυχισμένη ζωή. Ίσως να έγιναν μέλη του συνδικάτου των ανθρακωρύχων και να έδωσαν μάχες για τα δικαιώματα των μεταναστών στο Βέλγιο, στην Γερμανία, στην Γαλλία, στην Αγγλία. Εκεί όπου μετανάστευαν κάποτε οι εργάτες του ευρωπαϊκού Νότου. Ίσως το κορίτσι να τον ξέχασε τον ανθρακωρύχο και να διορίστηκε νομάρχης στα 26 του. Μετά να έλεγε ότι αυτό το πολιτικό σύστημα είναι σάπιο και χρειάζεται μια καινούργια αρχή αν και το ίδιο ήταν από τότε αναπόσπαστο κομμάτι του. Αυτό μάλλον να εννοούσε κάποιος άλλος, τώρα πρώην μεγάλος, όταν έλεγε να γίνουμε αντιεξουσιαστές στη εξουσία;

Testo e musica di Francesco De Gregori
Album: La donna cannone

L'utilizzo e l'estrazione del carbone fossile in Belgio e, più in particolare, nella Vallonia, risale alla notte dei tempi. Nel paese ci sono le miniere più antiche del mondo. L'estrazione del carbone fu per molto tempo un'attività stagionale: i lavori nei campi si alternavano a quelli nelle miniere. Lo sviluppo dell'industria carbonifera è stato fondato sullo sfruttamento selvaggio di masse di operai, le cui condizioni di lavoro e di vita furono le più difficili e precarie. Fino alla Prima Guerra Mondiale, fare il minatore era una tradizione familiare che si trasmetteva da generazione all'altra. Poi seguì il riflusso, fino al quasi totale rifiuto dei belgi a scendere in miniera. Ragion per cui il governo belga favorì e incentivò in tutti i modi l'immigrazione: Léonard Louis Bertollin, valdostano di Saint-Christophe, fu il primo minatore italiano in Belgio ufficialmente censito. Ironia della sorte, iniziò a lavorare la vigilia di Natale del 1888 nella miniera di Bois-du-Luc, la più vecchia società mineraria belga.
Iniziava così il duro cammino dell'emigrazione italiana verso il Belgio, fitto di eventi drammatici (867 i minatori italiani morti per incidenti dal 1946 al 1963) ai quali bisogna aggiungere la lunga fila di minatori deceduti silenziosamente a causa della silicosi (riconosciuta SOLO nel 1964 come malattia professionale).
Negli anni in cui furono conclusi i vari accordi bilaterali tra Italia e Belgio, come il protocollo del 23 giugno 1946 ed il protocollo dell'11 dicembre 1957, gli immigrati italiani si dirigono in misura considerevole verso le miniere di carbone del Belgio: sono circa 24.000 nel 1946, oltre 46.000 nel 1948.
Per convincere le persone ad andare a lavorare in miniera in Belgio, l'Italia venne tappezzata di manifesti di colore rosa che presentavano unicamente i vantaggi derivanti dal mestiere di minatore: salari elevati, carbone e viaggi in ferrovia gratuiti, assegni familiari, ferie pagate, pensionamento anticipato… A parte un periodo di flessione corrispondente agli anni '49-'50, nel 1961, gli italiani rappresentano il 44,2 % della popolazione straniera in Belgio, raggiungendo le 200.000 unità.
Poi la tragedia. L'8 agosto 1956, dieci anni dopo la firma di quell'accordo, 262 minatori rimasero intrappolati nella miniera di Marcinelle, di questi, 136 erano italiani. Fu questo un disastro che passò alla storia come la tragedia di Marcinelle. Uno scoppio, ed immediatamente le fiamme invasero i cunicoli della miniera, cunicoli alti non più di 50 cm. in cui erano costretti a lavorare.
L'11 agosto, tre giorni dopo, i soccorritori riuscirono ad estrarre dalla miniera i primi due corpi a quota 835 metri. Ma solo dopo undici giorni di duro lavoro i corpi degli altri 260 minatori vennero restituiti alle famiglie. I lavori nella miniera ripresero nell'aprile del 1957.
Nel 1967 la miniera venne chiusa definitivamente.
Questi lavoratori venivano in prevalenza dalle regioni del Sud. Dei 136 minatori italiani che perirono a Marcinelle nelle viscere della miniera di "Bois du Cazier", 60 morti erano abruzzesi, 22 pugliesi, 12 marchigiani, 7 molisani, 5 veneti e 4 calabresi, per citare le regioni più colpite. Trenta persone erano originarie di Manoppello e Lettomanoppello in provincia di Pescara.
Mamma chissà se valeva la pena
fare tanta strada ed arrivare qua.
La gente è la solita, non cambia la scena,
la stessa che ho lasciato tanto tempo fa.
Hanno fame di soldi, hanno fame d'amore
e corrono a cento all'ora..
I loro figli non somigliano a niente,
l'adolescenza subito li divora.

E se potessi tornare indietro,
indietro io ci tornerei,
se potessi cominciare daccapo
quello che ho fatto non lo rifarei.

Ora c'è un ragazza di vent'anni che vive qua,
con lei dormo la notte, divido la notte,
e una notte forse lei mi sposerà,
Ora c'è una miniera che ci danno mille l'ora per andare giù.
Quando usciamo inciampiamo nelle stelle,
perché le stelle ormai quasi non le vediamo più...

Meno male che c'è sempre qualcuno che canta
e la tristezza ce la fa passare,
se no la nostra vita sarebbe una barchetta in mezzo al mare,
dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c'è confine,
dove la vita è un lavoro a cottimo
e il cuore un cespuglio di spine.

Meno male che c'è sempre uno che canta
e la tristezza ce la fa passare,
se no la nostra vita sarebbe come una barchetta in mezzo al mare,
dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c'è confine,
dove la vita è un lavoro a cottimo
e il cuore.. un cespuglio di spine…
(inviata da giorgio)


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"O σιωπών δοκεί συναινείν"

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